Sulla grande parete in controfacciata, illuminata dalla grande trifora gotica, probabilmente progettata da Giotto stesso, il Giudizio Universale, una delle iconografie più ricorrenti in età medioevale. La sapienza compositiva di Giotto si esprime anche in questa scena con una geometrica definizione dello spazio. Cristo, all'interno del nimbo simboleggiante i cieli, è sorretto dai cherubini e serafini. Secondo la visione dell'Apocalisse si aprono le porte dei cieli, qui espresse in alto dai due angeli, dalle porte gemmate, dal sole e dalla luna, e Cristo Giudice, attorniato dalle schiere angeliche, dai dodici Apostoli, chiama a sè, con la mano destra rivolta in basso, la schiera dei Santi e dei Beati guidati da Maria, Regina Coelorum, e la schiera sottostante, guidata dagli Angeli, del Popolo di Dio, della Chiesa, che ha meritato il Paradiso. Per contrappasso Cristo Giudice con la mano sinistra scaccia i reprobi. Dal nimbo dei cieli entro cui siede Cristo esce un fiume di fuoco che si divide in quattro rami inglobanti i dannati secondo i tre vizi capitali: avarizia, lussuria e superbia. Infondo al baratro infernale Lucifero strazia i dannati per l'eternità mentre al lato destro i morti risorgono alla beatitudine eterna. Sotto Cristo Giudice due Angeli reggono la croce, a separare l'Inferno dal Paradiso. A destra della Croce Enrico Scrovegni, inginocchiato in atto devozionale, porge il modelletto della Cappella alla Madonna, che accoglie il dono porgendo a Enrico la mano destra. A destra di Maria è raffigurato San Giovanni, a sinistra Santa Cateriana, i due santi cui sono dedicati i due altari nella zono mediana della Cappella. Il modelletto della Cappella è sorretto da Altegrado de' Cattanei, canonico e arciprete della cattedrale, amico di Enrico Scrovegni.
Cronologia
XIV, inizio sec.
Materiale e Tecnica
Affresco
Dimensioni
Altezza: 568 cm ca.
Larghezza: 424 cm ca.
Collocazione
Controfacciata
Inventario
S.n.
Stato di conservazione
Buono
Acquisizione
Acquisto dalla famiglia Foscari Gradenigo